“Non si può essere fenomeni tutti i giorni dell’anno. Anche Maradona non sempre giocava da Maradona” afferma il celebre ex campione di calcio argentino Diego Armando, parlando dell’andamento della nazionale di calcio italiana durante questi mondiali Brasile ’14.
A pallone ci sanno giocare tutti, a calcio sono in pochi, e non deve essere sicuramente facile rappresentare, con uno sport, un’intera nazione. Il calcio è fatica, sudore, capitali ma è sopratutto emozione per chi lo osserva e per chi è in campo. Tante sorprese e tanti flop inaspettati per questo mondiale trascorso: un Brasile dipendente da Neymar e dalle sue giocate, Italia e Spagna uscite, inaspettatamente, troppo presto, tante sorprese come l’Algeria dell’azzurro Ghoulam e il Cile di Vargas.
Ma la piu grande sorpresa è stata la Germania, che ieri sera ha superato un’ostica Argentina per 1 a 0 , laureandosi come paese vincitore dei Mondiali 2014. Per la prima volta, una squadra europea trionfa in un Mondiale sudamericano. Alla fine dei conti, si è trattato di un successo meritato. La squadra di Loew, nell’ultimo mese, ha mostrato sul campo il calcio migliore.
Il mondiale della nostra Italia invece non è stato dei migliori, diversi gli errori commessi dal commissario tecnico e dagli stessi giocatori. Affermare che il calcio, in fondo, sia soltanto un gioco, non può essere che una magra consolazione, visto che eravamo tutti convinti di trovare i nostri azzurri tra i finalisti di un mondiale definito dalla stampa “spettacolore”. Abbiamo creduto in un progetto, in un sogno…ci abbiamo messo il cuore, d’altronde siamo italiani, ma questa volta una logica tedesca, che ha funzionato a meraviglia, ci ha battuto.